Biologico e coerenza

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16 Agosto 2020

Biologico e coerenza

Coltivare la terra  per raccoglierne i frutti è l’essenza del nostro lavoro.

Più di vent’anni fa ho deciso di seguire il Metodo dell’Agricoltura Biologica, ho iniziato a sperimentare nuove tecniche agrarie in grado di migliorare la fertilità dei miei suoli e di rafforzare la resilienza delle piante coltivate nei confronti delle avversità.

Ho dovuto affrontare molte sfide, e non sempre i risultati sono stati soddisfacenti, ma oggi posso dire di avere trovato delle ottime soluzioni che mi consentono dei buoni raccolti  senza compromettere la qualità dell’ambiente agrario in cui vivo, anzi, ho riscontrato un notevole incremento della biodiversità locale e un aumento della dotazione di sostanza organica stabile  nei miei suoli.

Ho cercato di comprendere a fondo la complessità ecologica dei miei terreni e di applicare soltanto quelle tecniche che mi consentivano di preservarla, nella profonda convinzione che solo un ambiente complesso è in grado di sostenere una produzione nel lungo periodo.

Così ho interpretato a modo mio le norme del Biologico, diventando sempre più severo ed eliminando man mano quei prodotti che in qualche modo interferivano coi processi naturali virtuosi che sono alla base della naturale crescita delle piante.

Ad esempio non uso più Rame, che ho sostituito con funghi e batteri utili, in quanto la molecola di Rame è fortemente dannosa per tutti gli animali a sangue freddo e limita lo sviluppo di microorganismi utili

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Catturo gli insetti e favorisco la predazione naturale, anzichè trattare con prodotti ammessi ma pur sempre “velenosi” per molti insetti utili che vivono nei miei campi.

E, soprattutto, ho imparato a sfruttare i vantaggi della Rotazione Colturale, una buona pratica antica ma tralasciata dall’agricoltura di massa perchè impegnativa da gestire e dagli effetti a lungo termine.

In realtà la rotazione di lungo periodo (io ho adottato un piano di rotazione di dodici anni), mi permette di ottimizzare la disponibilità di elementi nutritivi, di prevenire l’insorgenza di malattie e di limitare lo sviluppo delle erbe infestanti, al punto che, come sostenuto dall’agronomo americano Coleman, è una pratica che da sola risolve il 70% dei problemi dell’orticultore.

E’ un metodo che richiede tempo ed applicazione, ma la natura non funziona con le regole del mordi e fuggi, delle soluzioni istantanee, ma si basa su equilibri delicati e di  lungo periodo.

Ed è quello che facciamo: collaboriamo con la natura per raccogliere i nostri frutti.